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Barcellona: il trionfo di uno stile

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Forse è una casualità, oppure lo ha voluto il destino, ma per la mia giovane età (26 anni), cominciai a divertirmi col calcio con il nostro mondiale di Italia '90 e, a quel tempo, Johan Cruyff conquistava dopo tre stagioni la sua prima Liga con il Futbol Club Barcelona, una Liga che era il premio a una buona stagione, ma che non evidenziava realmente il fantastico lavoro e l'eredità che Johan Cruyff avrebbe lasciato e che perdura fino ai nostri giorni, uno stile e una filosofia che a me personalmente piace definire "Cruyffismo".

"Il cruyffismo": 9 titoli di Liga nelle ultime 20 stagioni.

Con praticamente il 50% di campionati vinti in queste due decadi, il Barcellona ha conquistato un'egemonia molto maggiore rispetto a qualsiasi altra che abbia avuto nella sua grande centenaria storia. Tuttavia, non si è riuscito a mantenere il "cruyffismo" durante il 100% di queste due decadi, dato che prima Robson nel ‘96-'97 e poi i "progetti di Gaspart"(Serra Ferrer, Rexach, Van Gaal e Antic) ci allontanarono da questa idea, però Johan Cruyff, Van Gaal(nella sua prima tappa), Rijkaard e Guardiola, sono usciti vittoriosi nel nome del buon calcio, ottenendo moltissimi titoli e soprattutto divertendo gli appassionati con un grande spettacolo. Il calcio praticato dai Barcellona di Cruyff, Van Gaal, Rijkaard e Guardiola non è esattamente lo stesso dal punto di vista tattico, però lo stile e lo schema sì, un 4-3-3 che in alcune occasioni si converte in 3-4-3(specialmente all'inizio dei '90 con Cruyff), e che per tutti questi allenatori è un modulo tattico irrinunciabile, se si vuole mostrare un gioco tanto appariscente quanto equilibrato.

Il "gioco di posizione" e la difesa con pressing alto.

Il 4-3-3 è lo schema classico del Barcellona nelle ultime 5 stagioni, uno schema nel quale si formano continui triangoli, dalla difesa fino all'attacco:

                                                      X

                                           X------X-------X-----X

                                                      X

                                                X----------X

                                           X-----------X----------X


nel corso della partita ovviamente il disegno tattico si modifica sia col pallone che senza, rimanendo sempre il "triangolo" la migliore arma del Barcellona, sia per asfissiare il rivale col suo pressing, sia per stordirlo coi suoi passaggi; in molte occasioni il modulo reale è questo:

                                                          X

                                                    X--------X

                                             X--------X---------X

                                                    X--------X

                                             X----------X-------X

Sovrapponendosi il terzino all'ala, mentre il primo sfrutta la parte più esterna della fascia, il secondo può andare via verso l'esterno o verso il centro, è tutto un gioco di posizione, attirando gli avversari fuori dalla loro zona e cercando sempre di attaccare in parità di condizioni, sempre "1 contro 1" e non "1 contro 3" e sempre difendendo "2 o 3 contro 1" e non "1 contro 1", ed è da qui che nasce il potere del 4-3-3, perché per avere combinazioni corte e rapide la miglior maniera è formare piccoli "torelli", grazie ai quali riuscire non solo ad avanzare ma anche, in caso di perdita del pallone, mantenere la superiorità numerica sull'avversario, un avversario che inoltre afissi con un pressing da parte di due o tre giocatori di quei numerosi triangoli dei quali parliamo. È per questo che il 4-3-3 non è negoziabile per questi tecnici, perché se desideri sviluppare questa filosofia, di "gioco di posizione" nell'aspetto creativo e di pressing alto nell'aspetto distruttivo, questo schema senza dubbio è il più adeguato per metterla in pratica con successo.

"La Masia", il gran tesoro del Barcellona.

Victor Valdés, Xavier Hernandez, Andres Iniesta, Leo Messi, Carles Puyol, Gerard Piqué, Bojan Krkic... tutti giocatori formati nel settore giovanile del Futbol Club Barcelona, una cantera nella quale si lavora cercando ovviamente di formare giocatori con le caratteristiche adeguate per giocare all'interno dello stile e dello schema della prima squadra, ed è per questo che quasi sempre dalla cantera barcelonista escono giocatori dalla grande tecnica e visione di gioco, come Guardiola, Xavi, Cesc o Iniesta.

Il gioco fatto di combinazioni palla a terra esige una gran tecnica nel controllo di palla e visione di gioco, e a Barcellona si cercano sempre ragazzi che possiedano queste caratteristiche, senza dimenticare evidentemente altri ruoli come quello di Puyol, Messi o di un promettente Sergio Busquets, che senza essere un giocatore tecnicamente mediocre, non rientra nel profilo di giocatore precedentemente menzionato. Sergio Busquets è esploso in questa stagione, dimostrando che può essere un buonissimo centrocampista di caratteristiche difensive, sia per il suo pressing intenso che per il suo eccezionale senso della posizione, che gli consente di trovarsi quasi sempre ben piazzato al momento del contrasto. Considerando che questa è la sua prima stagione, il suo rendimento è stato spettacolare, e continuando così di sicuro finirà col diventare uno dei centrocampisti difensivi più importanti del calcio europeo, però per quello dovrà avere pazienza, perché nella sua posizione ci sono giocatori di grande livello come Touré Yaya e Seydou Keita.

I futuri Messi e Iniesta.

È molto difficile riuscire a sfornare giocatori di un livello così straordinario con grande frequenza, ma a "La Masia" ci sono alcuni giocatori che promettono molto, dalle giovani ali Pedro e Jeffren, i quali hanno già avuto varie opportunità questa stagione, denotando un livello molto interessante, fino agli ancora più giovani e molto promettenti Thiago Alcántara e Gai Assulin. Il primo, figlio dell'ex campione del mondo Mazinho, gioca da centrocampista creativo e molti tifosi del Barça ripongono molte speranze su di lui, mentre il secondo, con sembianze straordinariamente simili a quelli di Messi, è un giocatore israeliano, che non assomiglia a Messi solo nei tratti del volto, ma anche nel suo stile di gioco, con una partenza esplosiva, porta il pallone incollato al piede, ed è molto buono nell'uno contro uno. Entrambi i giocatori stanno per fare il loro ingresso nel calcio d'élite, e sono due delle maggiori promesse della cantera barcelonista.

Così si lavora a Barcellona. Così si costruisce una squadra competitiva e che fa divertire gli appassionati di calcio col suo gioco, all'olandese, sotto il segno del "Cruyffismo", il Barcellona continua a lavorare per riempire la sua sala dei trofei, ma soprattutto per far sì che coloro cui piace il calcio si divertano al massimo, e per far sì che quei bambini o adulti che ancora non sanno cosa è il calcio, comincino ad appassionarsi vedendo un gioco audace e attraente.

Questa è la filosofia del Futbol Club Barcelona, e in questo modo cerchiamo di arrivare più in alto possibile.

Da Vigo, Spagna, saluti da Cristian Pulina, un italo-spagnolo, molto ma molto italiano e barcelonista.

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Fonte: Eurosport