La Liga!

 

Il Barcellona e’ senza limiti, Real Madrid nella bufera-presidente

Sono due facce della stessa medaglia, ma completamente diverse. La medaglia è la Liga, che sembra saldamente in mano al Barcellona, che sembra giocare come una Rappresentativa mondiale di calcio. Divinamente, e in maniera estremamente efficace. Gioia, quindi, per l’ambiente blaugrana che ha risolto le grane societarie dell’estate e ha instaurato un tecnico giovane e vincente (così sembra, finora). La contrapposizione ovviamente è il Real Madrid, l’altra faccia della medaglia, che pur essendo secondo nella Liga non ha molto da sorridere per vari motivi, tra cui: il primo, è rappresentato dai dodici punti di distacco, il secondo è che il suo Presidente, Ramòn Calderòn, ha ceduto alle pressioni esterne che volevano la sua testa dopo il vociferarsi dello scandalo sulle votazioni truccate del club, in occasione della recente riunione per l’approvazione del bilancio del Real Madrid, che ha tanti soci votanti iscritti e che dispone di un sistema elettorale simile a quello governativo. Ma le malelingue, vere o false che siano, fanno male e questo Calderòn lo sa. E così abbandona la barca, definendosi “orgoglioso di aver servito il club più importante al mondo” ma anche di “uscire a testa alta dalla presidenza del Real”. Fatto sta che ora è stato posto al comando Vicente Boluda, una soluzione temporanea in attesa delle elezioni presidenziali previste a fine stagione, a luglio.

La squadra intanto non viene risparmiata dalle critiche anche perché la vittoria con l’Osasuna è venuta con uno strascico di polemiche infinito. Pèrez Burrull, l’infelice direttore di gara del match, è stato definito un “delinquente” dal presidente dell’Osasuna. Questo per rendere l’idea di cosa ha combinato il direttore di gara: l’errore più clamoroso lo ha commesso con Juanfran, esterno degli ospiti che ha ottenuto un “rosso”per due infrazioni identiche: simulazione in area. Il problema è che quei rigori c’erano eccome, tutte e due, e oltre la grandissima beffa c’è il danno, come sempre. Le polemiche e le successive conseguenze le lasciamo volentieri ai presidenti iberici, c’è di fatto però che il Real, come dicono da quelle parti, sembra abbia giocato in 13: gli undici blancos, l’arbitro, e il portiere avversario…

Sul Barça gli analisti di calcio si stanno sbizzarrendo. Per vedere i record battuti da questo gruppo di giocatori straordinari, che sta dominando il campionato e mettendo ottime basi anche in prospettiva europea. La facilità di andare a segno delle punte (non solo) come Henry, Eto’o e Messi è degna degli attacchi delle migliori epoche blaugrana. Cinque a zero al Deportivo, squadra più che rispettabile, ma che sembrava un topolino di fronte ai blaugrana al Camp Nou. Ancora la pulce argentina ispira tutta la manovra dei suoi, segnando un goal “alla Maradona” e fornendo assist pazzeschi ai compagni, senza dimenticare che quest’anno c’è Daniel Alves, instancabile motorino di destra che sta furoreggiando in ogni partita della stagione, con affondi, cross, tiri potentissimi e reti su punizione. Un valore aggiunto così è simile a quello che rappresenta Maicon per l’Inter. E ce li ha tutti il Brasile…

Risale leggermente il Submarino, con una vittoria in casa sul Mallorca (2-0, anche Rossi in goal). Il Siviglia non molla ed è sempre secondo alla pari con il Real grazie al bomber Renato, che risolve contro il Numancia. Pareggio inutile per l’Atletico con l’Almerìa, mentre cade il Valencia a Bilbao: una rimonta tutto cuore dei baschi condanna gli uomini di Emery. Ora si trovano sempre quarti, ma pericolanti. Ma la Liga per ora ha un solo colore, anzi due: il rosso e il blu’.